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Brixia Ne(x)t Generation: un'esperienza tutta da raccontare!

 

1pos Il dialogo con le associazioni che tutelano i cittadini affetti da una particolare malattia è fondamentale per fornire un'assistenza che non sia solo all'altezza agli standard, ma che sappia anche mettere anche al centro l'utente come protagonista autentico dei percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione.


Più o meno un anno fa in Collegio è arrivata una telefonata che, sfortunatamente, non capita spesso di ricevere. Tiziano Sorsoli, referente dell'Associazione Diabetici della Provincia di Brescia, stava organizzando l'edizione 2014 di Brixia Ne(x)t Generation, un progetto di screening del diabete giovanile e di diffusione di stili di vita sani, e chiedeva se fosse possibile coinvolgere il Collegio nel reperimento di infermieri inclini a partecipare all'iniziativa poiché, nonostante i suoi sforzi, l'anno precedente purtroppo non aveva trovato nessun collega disponibile.

Gli infermieri insomma avevano dato un apporto autenticamente positivo e la loro assenza si era fatta sentire. Il Consiglio Direttivo si è messo subito in moto e, nella figura di Ermellina Zanetti (Responsabile della Commissione Formazione), ha pensato di coinvolgere il Gruppo Giovani. E' nato così un percorso per nove nostri giovani iscritti (neolaureati con un voto di almeno 102/110 e una tesi inerente il diabete, oltre che inoccupati al momento dell'adesione al progetto) che, dopo una giornata di formazione, insieme agli iscritti Associazione Diabetici si sono recati nelle scuole medie partecipanti, non solo per misurare alcuni importanti parametri dei ragazzi delle classi terze (pressione arteriosa, glicemia capillare e misure antropometriche), ma anche per raccontare loro chi è l'infermiere oggi. Abbiamo intervistato Mattia Gritti e Chantal Poli, due colleghi neolaureati che ci racconteranno le loro impressioni su questa collaborazione.

Ciao, cosa vi ha colpito maggiormente di questa esperienza?
Chantal
Ciò che mi ha colpito di questa esperienza è stata la grande semplicità con cui si è instaurata la relazione con cui gli studenti, che fra l'altro non hanno mostrato alcuna diffidenza, nonostante un qualche di timore rispetto alla misurazione della glicemia.
Mattia
Soprattutto l'idea di coinvolgere i ragazzi già a partire dalle scuole medie considerati il "peso" e la difficoltà della tematica. Mi ha poi sorpreso l'affluenza e l'interesse dimostrato da parte degli insegnanti di tutto l'istituto che ha ospitato l'iniziativa, probabilmente richiamati dal passaparola dei colleghi presenti in sala. A dire la verità mi aspettavo molte più domande da parte degli studenti, probabilmente un po' timidi quando hanno a che fare con persone che non appartengono alle istituzioni scolastiche.

Secondo voi questo tipo di progetto può essere utile per un neolaureato in cerca di prima occupazione?
Chantal
Secondo me è un’esperienza utile, perché il neolaureato può mettere in pratica quanto appreso durante il corso di studi, valutare le proprie competenze e lacune testandole direttamente sul campo e in un contesto non semplicissimo come quello scolastico.
Mattia
Penso che, anche se questa iniziativa non può essere ovviamente utile al solo fine di trovare uno sbocco lavorativo, rappresenta comunque una buona occasione per richiamare e rafforzare i saperi acquisiti.

Avete trovato difficoltà nel rapportarvi con gli studenti delle scuole medie che hanno aderito al progetto?
Chantal
Onestamente no, probabilmente perchè l'iniziativa è stata condotta in maniera molto spontanea.
Mattia
Forse con alcuni ragazzi e ragazze lievemente più timorosi di altri, ma devo dire che non si è trattata di una vera e propria difficoltà; quanto piuttosto di una normale reazione a un'esperienza nuova, aspetto peraltro facilmente superabile con rassicurazioni e semplici informazioni sulle procedure.

Gli studenti vi sono sembrati interessati alle tematiche legate alla prevenzione?
Chantal
Direi di sì, in particolare hanno mostrato un certo stupore quando sono venuti a conoscenza della quantità di zuccheri presenti negli alimenti e nelle bevande che assumono con una certa (troppa) disinvoltura.
Mattia
Io ho notato che tutti, seppur non allo stesso modo, si sono dimostrati interessati. Non solo: i professori e le altre figure impegnate nella scuola che ho visitato, in alcuni casi si sono mostrati addirittura più attivi nel porre domande e nel voler approfondire soprattutto le tematiche relative all'alimentazione.

Secondo voi dopo questa iniziativa, studenti, insegnanti e volontari dell'Associazione Diabetici della Provincia di Brescia, che immagine si sono fatti della nostra professione? Che riscontri avete ricevuto da questo punto di vista?
Chantal
Io sono convinta che si siano resi conto che la professione infermieristica si può realizzare non solo attraverso l’esecuzione di pratiche tecniche come la rilevazione della pressione arteriosa e della glicemia, ma anche attraverso il dialogo.
Mattia
Durante la nostra presentazione agli studenti, io e Sara Mombelli (la collega che mi ha affiancato durante la nostra visita presso la scuola media C. Tarello di Lonato) abbiamo iniziato chiedendo ai ragazzi di fornirci una sorta di identikit dell'infermiere. La quasi totalità ha risposto dicendo che l'infermiere è una figura che lavora in ospedale. A questo punto abbiamo sentito la necessità di integrare questa immagine piuttosto parziale, sottolineando che invece la nostra è una professione sanitaria, che prevede una laurea e che ci impegna in diversi campi, tra cui quello della prevenzione. Abbiamo inoltre spiegato rapidamente che cos'è il Collegio Ipasvi, argomento del quale non sapevano praticamente nulla. Sarebbe stato bello approfondire anche altre tematiche relative alla nostra professione, ma ovviamente il tempo a disposizione era limitato. Ritengo comunque che tutti i presenti si siano fatti un'idea un po' più precisa, di quali sono le nostre competenze e i nostri ambiti d'azione. In futuro sarebbe bello toccare queste tematiche con un'iniziativa ad hoc.

Grazie di averci raccontato la vostra esperienza!

Roberto ferrari. Gruppo Giovani Infermieri Ipasvi Brescia

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