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Venerdì, 28 Giugno 2013 14:14

“L’amarezza di un neolaureato”

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InfermieriGiovaniQualche giorno fa mi è arrivata una mail sulla mia casella di posta, inviata da una persona che ho incrociato all’assemblea dei nuovi iscritti del 23 marzo.

Chiede di mantenere l’assoluto anonimato, quindi lo chiamerò con un nome inventato, Nicola.

 

Nicola si è laureato da poco. Da qualche mese è in cerca di lavoro, ma come succede a molti, trova solo porte chiuse. Nelle prime righe della lettera scrive: “sono sempre più deluso dalla situazione attuale che non lascia trasparire alcun futuro imminente per chi, come me, ha studiato e si è impegnato per raggiungere professionalità e il lavoro che tanto agognava”. Continua: “Non avrei mai immaginato di dover affrontare tante delusioni e vedermi escluso da quel mondo che mi sento, in tutta sincerità, di meritare”. Già, perché Nicola come tutti gli altri non chiede la luna, chiede solo di poter lavorare per costruirsi e progettare un futuro. L’articolo 1 della Costituzione Italiana dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Ma passano i mesi, e vien da pensare che l’Italia è una repubblica fondata sulla ricerca del lavoro. “Ditemi voi che esercitate la professione di infermiere da molti anni cosa si può fare per trovare una soluzione”. Proprio due settimane fa ho incontrato un collega, laureato nel 2009. Parlando del più e del meno mi ha detto “io sono stato uno degli ultimi a firmare un contratto a tempo indeterminato”. La maggior parte dei contratti adesso sono di 6 o 9 mesi, con continui ricambi di personale, andando a discapito non solo del lavoratore, ma anche della continuità assistenziale, in particolare in quel luoghi dove l’assistito non esce dopo qualche giorno, ma, come l’rsa, ci rimane tutta la vita. Nicola termina la sua lettera con una nota che lascia dell’amaro in bocca, una frase che colpisce e non lascia indifferenti: “Sarebbe bene che i responsabili dei Corsi di laurea che sfornano ogni anno infermieri disoccupati sconsigliassero ai giovani questo percorso universitario. Sarebbe un atto di onestà.” Mi chiede più volte di mantenere l’anonimato, ha paura che possano esserci conseguenze.

Io invece faccio un invito a tutti i colleghi, sia neolaurati che non. Non abbiate paura a far sentire la vostra voce, non tappatevi la bocca nell’attesa che qualcosa cambierà. Ringrazio questo ragazzo che mi ha scritto, e colgo l’occasione per invitare tutti coloro che vogliono a scrivere al nostro indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o sulla nostra pagina di Facebook https://www.facebook.com/GiovaniInfermieriIpasviBs.

Letto 1064 volte Ultima modifica il Giovedì, 14 Agosto 2014 12:31

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